testo e foto © Rinaldo Delpero
VAL di PÈIO - VISITA e STORIA
La Val di Pèio, posta in alta Val di Sole, è detta in dialetto la Valéta: unità ben distinta geograficamente, piccolo mondo alpino senza sbocchi, sbarrato dalla quinta di monti del gruppo Òrtles-Cevedále. È il «Solco inciso profondo fra splendidi monti e nel mio cuore», come visualizza con efficace sintesi per gli occhi e il sentimento Germano Gròaz di Cógolo, scomparsa memoria poetica locale. Vivono cinque comunità un tempo autonome, Cógolo Pèio Celledizzo Celentino Comásine. Il territorio si mostra con fascie di prati e campi al fondovalle e pendio, boschi di conifere sui fianchi, monti con nevi e ghiacci perenni. Caratteristica è l’architettura rurale dei masi, struttura base dell’economia contadina del passato, edifici ove domina il legno, disseminati sul territorio nelle praterie e radure boschive.
Gran parte delle cime di Pèio supera i 3000 metri, rasentando in alcuni casi i 4000. Dodici chilometri di strada provinciale portano dal fondovalle a Pèio Fonti –le Àque, in dialetto- e Pèio paese, borgo più alto, che danno il nome al Comune amministrativo, per la notorietà storica delle sorgenti. L’orizzonte è occupato dalla ferrigna mole innevata del Vióz (3644 m), su cui un buon occhio può notare il rifugio, con la chiesetta in muratura più alta d’Europa. Salendo in visita notiamo a sinistra Comásine, antica culla dell’attività mineraria solandra e al suo fianco, solitaria, la chiesa di S.Lucia, custode dei segreti di generazioni di minatori.
Abitata già in epoca pre-romana da genti retiche, come dimostrano alcune rare attestazioni archeologiche, la colonizzazione di quest’area nei secoli è dovuta anche alle risorse del sottosuolo, come pure all’essere stata corridoio di passaggi: verso la Lombardia, a ovest, dal valico del Montózzo (probabile percorso romano); verso la Valtellina, Bormio e la Svizzera, a nord, dal valico della Sforzellina in direzione passo Gávia (antica ‘via dei cavai’), collegamento per contrabbandieri.
Singolari forme di autogoverno locale furono rappresentate, come in altre aree alpine, dalla Carte di Regola, con meticolose norme comunitarie per l’elezione dei rappresentanti e incarichi, uso e risorse del territorio, obblighi di lavoro comunitario. Le più antiche in Val di Pèio risultano a tutt’oggi quelle di Celentino-Strombiano (1456) e di Pèio (1522).
La conformazione geologica dei monti di Pèio è responsabile di una certa floridezza economica che culmina fra 1500 e 1600, con l’estrazione del ferro. Per l’alternante fortuna di queste estrazioni fu terra di immigrazione ed emigrazione. L’attività fu in gran parte retta da varie famiglie lombarde (Valtellina, Valcamonica, bergamasco), provenienza delle maestranze specializzate. La presenza del ferro è pure responsabile della mineralizzazione profonda di alcune storiche sorgenti d’acqua, la cui ‘scoperta’ risale al XVI secolo.
Tipica della Val di Sole e Val di Pèio –paesi di Celledizzo e Celentino- era l’emigrazione stagionale dei ‘parolòti’ o ‘ciapère’, i ramai e calderai ambulanti che in autunno scendevano a «pertegár col rántech la calcósa de le bòle e dei slònzi» (percorrere con il paiolo –in spalla- la strada delle città e dei paesi –dal gergo di questi artigiani), soprattutto nell’area emiliano-padana.
Risorsa del sopra-suolo -l’oro bianco rappresentato dall’acqua- ha invece caratterizzato economia e storia recente della Val di Pèio. La ricchezza di corsi acqua alimentati da ghiacciai perenni diede il via negli anni ’20 del 1900 all’intensivo sfruttamento idroelettrico dell’alto Noce. Con i suoi maggiori impianti segnò la Val di Pèio nel territorio e negli aspetti socio-economici. Per tecniche costruttive, imponenza lavori (serbatoi da 15-18 milioni di metri cubi), quote di realizzazione, le due dighe del Caresér (2600 m) –1928/1935- in Val de la Mare e diga del Palù (1800 m) –anni ’50- in val del Monte, possono essere considerate opere faraoniche, con elevati flussi di manodopera locale ed esterna. Un’economia da secoli improntata alla sussistenza agro-silvo-pastorale venne in pochi anni toccata da entrate sicure per le famiglie, presupposti del passaggio epocale all’economia turistica a partire dagli anni ’60 del 1900, che dopo il tempo dei ‘pionieri’ si è assestata e specializzata ai giorni nostri. Anche per questi motivi l’emigrazione nel ‘900 fu contenuta per la Val di Pèio e le comunità rimasero relativamente stabili fino ad oggi.
Per i pregi ambientali una buona parte del territorio di Pèio è inserita nel Parco Nazionale dello Stelvio. Il Turismo della val di Pèio contribuisce all’ampia offerta di ospitalità della Val di Sole. L’area di Pèio, da sempre pregevole nel periodo estivo, ha giocato dalla fine degli anni ’60 del 1900 la carta della stagione invernale. Nel complesso si presenta al turista come stazione a misura di famiglie, con particolare attenzione oggi agli aspetti della tradizione e identità delle comunità locali.
Dal 1952 opera in Val di Pèio un’industria delle acque minerali e il marchio AcquaPEJO (oggi azienda del gruppo San Pellegrino spa) contribuisce alla notorietà e qualità della località alpina. Il Centro Termale del Comune, rinnovato e ampliato, è ulteriore elemento di attrazione e completa le opportunità di vacanza.
Con il Terzo Millennio la Val di Pèio ha avviato un processo di riappropriazione delle radici culturali. Fondare il presente su un’identità condivisa connotata e vissuta, è una precisa sfida alla comunità locale per motivare il proprio futuro. Nel 2002 ha ottenuto dalla Provincia Autonoma di Trento il riconoscimento di EcoMuseo Val di Pèio con il nome «Piccolo Mondo Alpino». Si tratta di una scommessa, sorta di laboratorio permanente, non luogo-edificio ma territorio geografico, non muri ma pareti di monti: ambiente, storia, gente, memoria, vissuti, lasciti del tempo.
La Val di Pèio, comunità numericamente piccola, ha una vitalità associativa singolare, frutto della necessità e consuetudine storica alla cooperazione per il bene comune. Si contano ben 32 gruppi associativi formalmente operanti con finalità di servizio, emergenza, di categoria, cultura, sociali e ricreative, sportive, d’arma.
VAL di PÈIO - TERRITORIO
La Val di Pèio occupa l’angolo nord-occidentale del Trentino a confine con Val Camonica e Valtellina (Lombardia), Val Martello (Alto Adige). Il solco vallivo ha una forma ad “Y”. È laterale della Val di Sole.
Il territorio della Val di Pèio costituisce il Comune di Pèio, dalla fusione degli ex Comuni di Cógolo Pèio Celledizzo Celentino Comásine, sancita dal Regio Decreto 28 giugno 1928 n.1686, accorpamento “forzoso” secondo consuetudine del periodo fascista, successivamente mantenuto.
Con i suoi 160,5 kmq Pèio è il Comune più esteso del Trentino (6.206,88 kmq). Della Val di Sole (609,36 kmq – 14 Comuni) rappresenta oltre un quarto, 26,4%. Gli estremi altimetrici vanno dai 970 m.slm circa in località Cástra a confine con Ossana, ai 3.767 m. della Cima Cevedale a confine con Lombardia e Alto Adige.
L’asse stradale principale, la S.P. 87, dal bivio di Fucine a Pèio paese misura 11,9 km. Queste sono le distanze dal capoluogo e centro dei servizi Cógolo: Pèio paese 6 km, Celentino 5,5 km, Strombiano 4 km, Comásine 3,5 km, Pèio Fonti 3,5 km, Celledizzo 1,3 km. Le distanze dai centri servizi di valle e provincia sono: 22 km Malé, 38 km Cles, 81,5 km Trento.
Queste le distanze dalla sede della Biblioteca a Cógolo e le altre sedi solandre: Ossana (Fucine) 6 km, Vermiglio 10 km, Mezzana 11 km, Dimaro 18 km, Malé 22 km. Oltre metà del territorio (104,25 Kmq, pari al 64,95%) è inserito nel Parco Nazionale dello Stelvio.
VAL di PÈIO - GENTE e LAVORO
Abitanti 1.894 (Ott.09) ripartiti nelle frazioni: Cógolo 775, Pèio paese 421, Celledizzo 339, Celentino 189 (compreso Strombiano 94), Comásine 108; nucleo Pèio Fonti 56, località varie 6.
Si colloca fra i tre maggiori Comuni solandri: in valle segue Malé e Vermiglio per popolazione. Vi abita il 12,1 % dei 15.630 abitanti della Val di Sole. La densità della popolazione è decisamente bassa, pari a 11,8. L’età media della popolazione è pari a 41,24, in linea con il dato di valle 41,34 e provinciale 41,17 (Censim.2001).
L’andamento della popolazione negli ultimi 50 anni presenta tre fasi: modesto trend di calo 1961-1991 legato per lo più ad emigrazione per fine grandi lavori idroelettrici; sostanziale stabilità 1991-2001 dovuta all’attestarsi della economia turistica; leggera ripresa a tutt’oggi per la generale stabilità e incremento del comparto turistico.
La scolarizzazione nell’ultimo decennio ha effettuato un notevole balzo migliorativo, nei numeri più del doppio rispetto al decennio precedente. Da medio-bassa si sta attestando a valori medi di tutto rispetto per una realtà periferica come la nostra: laureati 51 pari al 2,76% della popolazione; diplomati 548 pari al 29,73%. Suddivisione popolazione attiva di 796 persone per settori economici: 52 Agricoltura 6,53%; 263 Industria 33,04%; 191 Commercio 23,99%; 290 Servizi 36,44%. (Censim.2001 – popolazione Pèio 1.843).
Turismo. 26 alberghi con 1.617 posti letto; posti letto extra-alb. 5.943 (con seconde case); Totali 7.560 posti letto (al 2009). Movimento turistico 2008: Arrivi 68.947 - Presenze 466.081.
testo e foto © Rinaldo Delpero
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